Colori Vivi -- Arte Acrilica Astratta

Recensioni dei quadri di Victoria Barone-Adesi




Victoria Barone-Adesi, studentessa diciannovenne, un anno fa ha cominciato a dipingere: per esprimersi e realizzarsi, ma anche per diffondere gioia (in un suo scritto afferma: "Voglio che i miei quadri portino felicità"). In realtà chi contempla le sue opere prova uno speciale godimento, oltre allo stupore per la spontanea sapienza di una neòfita.
Usando la tecnica dell'acrilico, Victoria ritrae animali, paesaggi, visioni oniriche, il tutto confuso e congiunto con un alone, un habitat, un contorno; il colore è il vero protagonista dei suoi dipinti, sia che si presenti in pure campiture (vedi "Colline Viola", "Foresta Magica"), sia che compaia in una sorta di melange con compenetrazioni reciproche (vedi "Pioggia nel Ruscello", "Cielo Rosso", "Occhi Rossi", "Occhio Blu"). Si notano un cigno che perde il suo candore in un insieme di oscure colorazioni (che stia per morire cantando?); un delfino che contento danza sopra una montagna di allegre figure (una montagna sottomarina?); una rossa colata forse uscente da un vulcano; una ragazza che salta quasi fino a disintegrarsi; un cavallo selvaggio che medita sulla sua prossima cattura; un fuoco a forma di culla, in cui sembrerebbe bello adagiarsi. E davanti a opere come "Rosso Cardinale" e "Rosso" come non pensare alla rossa bragia di Scipione (al quale rimanda pure il nome "Cardinale").
In effetti, data la familiarità della pittrice con tutti i migliori artisti dello scorso millennio, non è azzardato affermare che un po' di ognuno di essi sia presente nei suoi quadri, dal Tiziano agli Impressionisti alla Scuola Romana. Non ci sono le loro firme, ma, dopo che si saranno lette attentamente le invenzioni di Victoria, i "dipintori" del passato, remoto e recente, non potranno negare la loro presenza, anche se sottomessa al pennello di una talentosa adolescente.

Luca L. Lamperini, Roma, febbraio 2006.


La sfera dell'arte è nettamente distinta da quella della natura e la determinazione delle forme artistiche dipende esclusivamente dagli impulsi interiori del soggetto. Si subordina il tema figurativo allo sviluppo di armonie coloristiche e di cadenze lineari forse ispirate alla musica?
Nelle opere di Barone-Adesi la categoria del "significante" è più estesa e più aderente alla realtà dell'esistenza che la categoria del "razionale". In altre parole i segni corrispondenti a significati dati, cioè i linguaggi rappresentativi le cui forme sono logicamente collegate agli oggetti, sono segni spenti, perchè la loro comunicazione è mediata dagli oggetti della comune esperienza (la natura). La comunicazione estetica vuole essere una comunicazione intersoggettiva, che va da persona a persona senza l'intermediazione della natura o dell'oggetto. Nello scritto "Sullo spirituale nell'arte" Kandinsky spiega che ogni forma ha un proprio, intrinseco contenuto: non un contenuto oggettivo o di conoscenza (come quello per cui si conosce e rappresenta lo spazio per mezzo di forme geometriche), ma un contenuto-forza, una capacità di agire come stimolo psicologico. Un triangolo suscita moti spirituali diversi da un circolo: il primo dà il senso di qualcosa che tende all'alto, il secondo di qualcosa di concluso.
Quale che sia l'origine di questo che chiamiamo il contenuto semantico delle forme, l'artista si serve di esse come dei tasti di un pianoforte, toccando i quali "mette in vibrazione l'anima umana". Ovviamente i colori sono forme come il triangolo o il circolo: il giallo ha un contenuto semantico diverso dell'azzurro. Il contenuto semantico di una forma muta secondo il colore a cui è congiunta:" i colori pungenti risuonano meglio nella loro qualità quando sono dati in forme acute (per esempio il giallo in un triangolo); i colori profondi vengono rafforzati dalle forme rotonde (per esempio l'azzurro dal cerchio)". Non soltanto una forma è significante perchè ha, ma perchè assume un significato, ma non diventa significante se non nella coscienza che la recepisce, allo stesso modo che una comunicazione non è tale se non venga ricevuta. Il segno non preesiste come una lettera nella serie alfabetica, è qualcosa che nasce dall'impulso profondo dell'artista e che dunque è inseparabile dal gesto che lo traccia.
Evidentemente Victoria non si appoggia ancora ad alcuna esperienza visiva e linguistica, le sue opere si presentano come movimenti aggregati di segni senza alcun supporto strutturale od ordine apparente. Nello stesso dipinto vi sono segni di seme diverso, che è impossibile combinare in un discorso morfologicamente e sintatticamente coerente: punti, virgole, zig-zag, curve, rette, macchie, nubi di colore. Dalla realtà in cui è immersa la pittrice non ha ricevuto immagini di oggetti definiti ma di cose ferme o che si muovono, acute o tondeggianti, filiformi o espanse. Uno stimolo da cui ci si libera reagendo o esprimendo , cioè traducendo il moto interiore in segni visibili. Qual è allora il significato di un quadro? L'arte è la coscienza intesa come ordinamento razionale dei fenomeni. E' la categoria dei significanti, infinitamente più estesa della categoria dei significati, cioè della natura. Il quadro non è un modello ma uno stimolo, non è una trasmissione di forme ma una trasmissione di forze: è l'esistenza dell'artista che si collega direttamente con l'esistenza degli altri.
Presa nel suo complesso l'opera di Victoria è una specie di diario della propria vita interiore o profonda . La sua mira non è di rappresentare, ma di visualizzare; la visualità segue le leggi della percezione. Si rappresenta qualcosa che ha già una forma nel mondo esterno o nell'immaginazione dell'artista; si visualizza qualcosa che, prima di essere visualizzata, non aveva un'esistenza fenomenica. L'anno scorso ha cominciato a dipingere e vuole che i suoi quadri portino felicità.

Caterina Ostone, August 2006




Indian's Life
Tera benedetta
da Dio nella natura
che rispettata
ogni pace e cura
vita e morte insieme
ma senze paura
né rassegnazione
ma forza pura



The shaman's crying
Un popolo di dura cornice
come tutti gli altri
che non ascolta
la voce di Dio
e della natura
e trova solo morte
nella sua sorte
mentre il suo spirito
cerca di portare
vita ovunque



Christus' naissance
Rosa della carne
dell' amore materno
fino al sangue
in un abbraccio infinito
di luce e di pace
per questo mondo finito
in un sofio di brace



Canadian's life
Tutta vita in pochi segni:
cascata, bandiera, terra
cielo, fiori, paradiso
senza guerra
in un' anima che guarda
al suo paese
da occhi innocenti da bambina



Angel's wings in the lava
Natura forte
che non riesce però a fermare
la grazie di Dio
che come appiglio
si manifesta sempre
anche nella morte


Emilia Daria Clerici, 12 2008

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